Annunciazione
(Le Cassanelle)

XIV sec., prima metà

Le due sculture raffigurano l’angelo annunciante e la Vergine annunciata. L’angelo, dai tratti accentuatamente adolescenziali, è avvolto in un ampio mantello che si distribuisce con un panneggio estremamente articolato, ricadente dal braccio destro col quale è impugnato il rotulo, spezzato al margine. I capelli sono descritti con sottigliezza nelle singole ciocche; sul volto, dai lineamenti minuti, si apre un sorriso, appena accennato dalla bocca schiusa sui denti minutamente intagliati con delicato naturalismo.

La Vergine, dall’accentuato dehancement, ha anch’essa lineamenti e capelli naturalisticamente descritti e una notevole articolazione del panneggio del manto, fasciato attorno ai fianchi e raccolto su quello sinistro. In ambedue le figure non vi sono segni dell’uso del trapano e l’intaglio è eseguito con sottigliezza, mentre la superficie è polimentata fino all’estremo conferendo, così, alle due statue un aspetto eburneo. Tale sensazione è accentuata dal modo tagliente con cui sono incisi i profili dei panneggi, dei lineamenti, dei capelli e delle mani, che assumono in certi particolari una connotazione di metallo prezioso, quasi che l’ignoto artista abbia avuto presenti sculture votive in questi materiali.

Il gruppo all’inizio del secolo si trovava nel battistero annesso alla chiesa dalla quale sarebbe proveniente (Carocci 1918). Essendo ben rifinite anche nella parte posteriore è possibile che avessero una collocazione in cui era prevista anche una visione tergale. Mentre fino alla citazione dell’Aru le opere erano sommariamente riferite a Nino Pisano – come unico scultore che, nella zona, poteva presentare caratteri oltremontani – Middeldorf e Weinberger (1928, p. 188) riportano più correttamente il gruppo alla maestranza francese attiva in Toscana, e in particolare a Carrara, nel decennio 1320-1330. Successivamente il Ragghianti (1973, pp. 23 sgg), unificando in modo non sempre condivisibile due gruppi di sculture di andamento francisante, sposta la datazione dell’Annunciazione al quinto decennio del secolo, quando la committenza viscontea ricorre a numerosi artisti oltremontani e quando si diffondono a largo raggio i modi caratterizzati da gravitazioni francesi.

Tuttavia, l’altezza qualitativa delle due sculture suggerisce, piuttosto, che possano aver costituito in loco un prototipo per la stessa attività di Andrea e di Nino agli inizi del quinto decennio del secolo; in particolare opere come la Madonna del latte e il gruppo con la Madonna della rosa sembrano debitrici, per certi caratteri, di sculture di questo tipo.

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Altare e Sarcofago
di San Ceccardo

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Plutei Postergali
e Pulpito

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